Un vescovo francescano. Esce laGuardia #6

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In questo numero

  • Risposte ai lettori – marco granara
  • Editoriale. Per cambiare radicalmente si parte dal cuore – marco granara
  • E ora cerchiamo insieme il volto del padre – marco tasca
  • Saluto all’arcidiocesi e alla città a conclusione del mandato episcopale – angelo bagnasco
  • Emergenza virus. Saranno ancora i poveri a pagare? – lucia foglino
  • La provvidenza che riempie il cuore – enrico quaglia
  • Caino e Abele. La violenza dell’umanità – anna gatti, nucci scipilliti
  • Viaggi nel mondo per persone in ricerca – francesco cavallini sj
  • La mia Siria, un’esperienza di culture e fedi che si incontrano – samer arkilo
  • Luoghi di fede e storia. Santa Maria Maggiore – gianfranco parodi
  • Semi di sapienza – maria pia bozzo
  • Pandemia e tecnologia. I rischi di questi “tempi moderni” – carlo borasi

Abstract

Grazie, Vescovo Angelo “Caro Amico…”, dopo 14 anni di cammino, ci permettiamo di salutarla con queste parole, prendendo a prestito una formula quasi sempre presente nelle sue omelie e nei suoi discorsi: “Cari Amici…”. Proprio così, in questi anni, abbiamo intitolato la rubrica che ne riprendeva i contenuti. Ci è sempre piaciuta questa espressione colloquiale, questo ‘nome collettivo’, che rimanda ad una comunità e la incoraggia, che rinnova e cerca una predilezione, nel fare un po’ di strada insieme. Grazie per averci sempre indicato il Vangelo nella sua esigente radicalità invitandoci, però, a non spaventarci dei nostri limiti e a sapere che tutto è possibile, se è posto in Dio. La concretezza del genovese, la tenace perseveranza del credente, la ferma speranza del pastore porteranno ancora molto frutto, nel Signore Gesù.

Grazie, Vescovo Marco, continua con lei la storia di questa nostra Chiesa genovese, impegnata nel delicato compito di estrarre “dal suo tesoro cose nuove e cose antiche”. Nel suo primo ingresso in Diocesi, il ‘fuori programma’ di quel lungo abbraccio di popolo ha subito conquistato i cuori. Quel correre in ogni direzione tra i fedeli e in mezzo ai sacerdoti è sembrato il desiderio di gettarsi nella sua nuova Chiesa, per superare paura e tensione. Umanamente, si tratta di trasferirsi in una città in cui non si conosce nessuno ma è il Signore a dirle: “Vieni e seguimi”. Nel suo primo discorso lei ha ringraziato Dio per il dono dell’amicizia. Ecco: speriamo di conoscerci presto e di dire anche a lei, il prima possibile: “Benvenuto, Caro Amico…”


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