Per cambiare radicalmente si parte dal cuore

Loading

di Marco Granara

Tornare “come prima” dopo il virus? Per carità, non pensiamoci neppure! Dobbiamo cambiare! Tutti: singoli, famiglie, comunità civili e religiose, Stati, mondo. Del tutto: radicalmente, nel pensiero e nel modo di vivere! La presa di coscienza, magari forzata, delle mille anomalie del nostro pensare e del nostro vivere, si risolvono solo così: prendendone atto con onestà e decidendo di cambiare. Cambiare alla radice, partendo dal cuore; credere possibile quello che il cuore stesso da sempre ci fa pensare come un sogno, desiderabile e che può sembrare impossibile. È Dio che ci ha messo nel cuore il suo sogno. Spesso, coperto dall’assuefazione al peggio, l’uomo è riuscito a non credere possibile il sogno di Dio sull’Umanità e si è “ridotto” ad una bassura minimalista di rassegnata sopravvivenza. Così i veri “realisti” non sono i pragmatisti disillusi ma i “profeti” che credono e già attuano e testimoniano l’impossibile. Solo questo è urgente! Da qui si parte, il resto sono chiacchiere che alimentano alienazioni distruttive.

“È tempo maturo per cambiare, per raddrizzare sentieri e colmare fossati” diceva già a suo tempo Giovanni il Battista. Lo praticava mentre lo diceva e lo diceva facendo vedere come un “Uomo” non ha bisogno di avere per essere. Lo proponeva alle folle miserabili, ai responsabili del tempio, ai militari invasori dell’Impero romano, allo stesso Erode, temuto da tutti, ma non da lui. “Che cosa dobbiamo fare?” “Chi ha due tuniche ne dia una a chi non ne ha e chi ha da mangiare condivida altrettanto. Voi militari… Voi del tempio…”. Parole coraggiose, scarne, essenziali e secche. Inequivocabili. “E questo è solo un inizio! Dopo di me viene uno – ed è già in mezzo a voi – che farà il resto.” Il resto che è il più. “Vi riempirà dello Spirito divino e di fuoco!” E cominciarono così, a seguirlo e a credere a quel falegname di Nazareth. Con gradualità (almeno tre anni) e tanta fatica, cominciarono a vedersi cambiati nel cuore con crescente stupore: “Non si è mai visto nulla di simile” (Mt. 9,33); ”Dio ha visitato il suo popolo” (Lc. 7,16)… Occhi che si aprivano, sordi che capivano, capimafia, pubblicani, prostitute che, presi sul serio, riscoprivano possibile il sogno ritenuto impossibile. E questo inizio dal cuore/coscienza dei singoli era via e preludio di altri cambiamenti radicali, di sistemi politici, economici, religiosi. Sì, perché anche il collettivo ha un suo cuore, da cambiare assolutamente, per la stessa via della convinzione e della Fede in Qualcuno che ci dimostra possibili i sogni.

A questo punto, mentre vi dico con gioia che non pochi singoli stanno facendo dentro di sé questo faticoso percorso, non mi sento di poter affermare altrettanto dei radicali cambiamenti dei sistemi che tutti coinvolgono e condizionano. Domande vecchie come il mondo ci assalgono. Saranno capaci i sistemi – politici, culturali, economici, sociali, religiosi – di autoriformarsi e di correggere le storture della globalizzazione?

Di fronte a un popolo di “persone stanche e sfinite come pecore senza pastore” Gesù provò “com-passione”. Da quella compassione uscì la sua fiducia nella “Volontà del Padre” che “nulla e nessuno” doveva andare perduto… Sarà anche la nostra compassione e la nostra volontà?


Editoriale del numero 6-7/2020

Condividi: