Troppe guerre. Esce laGuardia n.1/2019

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In questo numero

  • Lettere al rettore – marco granara
  • Quelli dicono ma non fanno – marco granara
  • Se vuoi la pace, ricorda le guerre – maria pia bozzo
  • Un mondo in guerra? Sì, ma – mirco mazzoli, sandro calvani
  • San Siro e il basilisco – anna gatti, nucci scipilliti
  • Buon anno a te, Genova! – angelo bagnasco
  • Natale. Consigli per non dimenticare – gianfranco parodi
  • Ma lo vogliamo un Dio bambino? – alberto remondini sj
  • Beato Angelico. Il nome al Battista – gianfranco parodi
  • La chiesa di San Donato – carlo borasi
  • Vocabolario di Papa Francesco. Migranti come speranza – anna maria carosio
  • Cronache dalla Guardia

Abstract

Come si comincia un nuovo anno? Lanciando messaggi di speranza o mettendoci davanti a ciò che non va per provare a cambiarlo? Probabilmente l’una e l’altra. Le due cose non sono in contrapposizione: la speranza è ragione di ogni cambiamento.

Il primo servizio ci mette davanti al fatto compiuto. Nel mondo ci sono ancora 378 situazioni di conflitto, di cui 20 catalogabili come ‘guerre’. Ricordarlo può sembrare un modo infelice di aprire il 2019 ma la Chiesa pone alla nostra attenzione questo tema proprio il Primo Gennaio, con la
Giornata Mondiale della Pace istituita nel 1967 da San Paolo VI, Papa. Il fatto che, a casa nostra, la guerra sia un ricordo quasi lontano – e da troppi forse già dimenticato – può distrarre dalla assurdità delle guerre altrui: alcune molto vicine a noi, come quella in Siria; altre collegate alla nostra società, come nel caso dello Yemen, dove piovono bombe prodotte in Sardegna, seppur fabbricate per l’industria bellica tedesca. Averne consapevolezza aiuta a decidere cosa fare. Addentrandoci nel tema
scopriremo però che, tra pace e guerra, il mondo è migliore di 100 anni fa e che si potrebbe fare molto di più se credessimo nell’apporto di ogni uomo comune. Leggere per capire.

Il secondo servizio pone la prospettiva della speranza. E lo fa fermando lo sguardo su ciò che si corre il rischio di impacchettare per un anno: il presepe. “Guardia, centrale del presepe”, abbiamo scritto nei mesi scorsi sulla nostra rivista: alla Guardia il presepe è di casa tutto l’anno, quello
permanente del Noli, composto di migliaia di radici, legnetti e gusci; quelli che si possono ammirare nel Cammino dell’Essenziale o acquistare presso il Mercatino. Il presepe infatti è scuola di preghiera, luogo di contemplazione del messaggio evangelico. Messaggio di speranza, di cambiamento, di rivoluzione nell’amore. Bisogna però domandarsi se siamo davvero disposti a credere ad un Dio Bambino. Una domanda bruciante, da non inscatolare in dispensa fino al prossimo Avvento.

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