L’altro me, nella parte “sbagliata” di mondo

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di Gianfranco Parodi
Oggi essere stranieri e poveri è una colpa. Invece è un caso. E se fosse successo a me?

Di questi tempi avverto sempre più frequentemente l’allarme di molti concittadini, anche cattolici, circa il “pericolo” costituito dalla presenza di tanti stranieri, prevalentemente di origine africana, che giungono quotidianamente nelle nostre contrade. Vi ho riflettuto sopra anch’io e sono giunto ad alcune considerazioni che vorrei condividere con i nostri lettori. Il presupposto è un dato di fatto: il nostro mondo, escludendo la Cina per la quale sarebbe necessario un discorso a parte, è grosso modo diviso in due. Da una parte gli abitanti del Nord del pianeta che per semplicità definirei “gli occidentali”; dall’altra tutti gli altri, quelli cioè che prevalentemente abitano il Sud del mondo.

Quelli del Nord, mal contati, saranno più o meno 1 miliardo e si può dire con buona approssimazione che, in termini di risorse energetiche, materie prime, acqua e ossigeno, consumano più di tutti gli altri 4 miliardi messi assieme. Contemporaneamente il loro consumismo è talmente dissennato che buona parte delle risorse vengono addirittura gettate nei rifiuti. Oltre a ciò, spesso rastrellano al Sud le materie prime necessarie per mantenere il loro tenore di vita (l’Europa lo fa in Africa e l’America del Nord in quella del Sud). In compenso i paesi del Sud sono sempre più frequentemente destinazione di centinaia di container zeppi di sostanze pericolose e velenose che vengono clandestinamente spedite là, semplicemente perché qui da noi non sapremmo dove sistemarle…

Ora: il fatto che noi siamo nati in questa parte del mondo e non dall’altra è solo una questione di “fortuna”. Probabilmente lo stesso giorno in cui sono nato io qui in Italia, un altro bambino è nato in una baraccopoli di Nairobi. Se io sono nato qui e faccio tre pasti al giorno, ho una casa, ho l’auto, faccio le mie vacanze, posso curarmi se mi ammalo ecc… tutto questo non è la ricompensa per qualcosa di bene che ho fatto o il premio per il mio attivismo. E se lui è nato là non vuol dire che sia stato punito per qualche suo comportamento negativo o perché non si è dato sufficientemente da fare: come ho detto, è solo questione di buona o cattiva sorte.

E allora ho cercato di immaginare: cosa sarebbe successo se, per me o per qualcuno dei nostri lettori, le situazioni fossero state invertite? Con ogni probabilità avremmo passato la nostra vita a rovistare nei rifiuti di una discarica per cercar di trovare qualcosa che ci consentisse di non morire di fame…. E tutto questo senza alcuna speranza di riscatto. Probabilmente avremmo avuto il desiderio di ribellarci e mi immagino cosa ci avrebbe detto qualche politico del Nord del mondo che fosse venuto in visita dalle nostre parti (non metto nomi, ciascuno pensi a chi gli sembra più idoneo a fare le seguenti considerazioni).

Eh no, cara gente – ci avrebbe detto – voi desiderate migliorare le vostre condizioni ma non sapete che se voi e tutti quelli come voi volessero migliorare, anche di poco, la loro situazione, le risorse del nostro pianeta non sarebbero sufficienti a nutrire tutti. Sarebbe necessario che i vostri simili occidentali facessero qualche rinuncia o semplicemente sprecassero un po’ meno. Ma potete pretendere che quella gente, che ha già tanti problemi (aumenti delle tasse, scarsi rendimenti delle loro rendite, mutui da pagare, ecc.)  debba cambiare, magari anche di poco, le sue abitudini di vita per fare un piacere a voi? Restate dove siete e rassegnatevi.

Ma almeno – gli risponderemmo noi – dateci la possibilità di venire in occidente a nutrirci delle briciole che cadono dai vostri tavoli…” “Scherzate davvero, non sapete quanti problemi la vostra presenza creerebbe: bisognerebbe trovare il sistema per darvi da mangiare, da dormire, e tutto questo porrebbe problemi organizzativi di non facile soluzione. Poi dopo un po’ di tempo vorreste anche un lavoro, magari quelli che gli occidentali non vogliono più fare… e questo creerebbe ulteriori problemi burocratici e gestionali. E poi, diciamo la verità, con quella pelle scura, sareste subito visibili nelle nostre città e molti occidentali potrebbe essere infastiditi dal vedere tante facce diverse dalle loro. Gli vorreste creare anche questo disagio? Datemi retta: state dove siete e, se avete una fede religiosa, consolatevi con la speranza della ricompensa futura. Credetemi è meglio per tutti.Cosa direbbe ciascuno di noi, se fosse nato in Africa e si sentisse rivolgere queste parole?

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