La gioia dell’amore e la realtà delle cose

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dal nostro archivio

di Maria Pia Bozzo

“Il Vangelo della famiglia: gioia per il mondo” è il tema del IX Incontro mondiale delle famiglie che si terrà a Dublino dal 21 al 26 Agosto 2018 . Nella lettera indirizzata al Presidente del Dicastero Laici, famiglia e vita, card. Farell, Papa Francesco manifesta il desiderio che, nella preparazione all’evento, le famiglie abbiano modo di approfondire la loro riflessione e la loro condivisione sui contenuti dell’esortazione apostolica post-sinodale “Amoris laetitia” (La gioia dell’amore).

È convinto il Papa che la famiglia, nonostante tutte le difficoltà che incontra, sia ancora una buona notizia per il mondo di oggi e che sia importante che le famiglie si chiedano spesso se vivono a partire dall’amore, per l’amore e nell’amore: in concreto ciò, scrive, significa darsi, perdonarsi, non spazientirsi, anticipare l’altro, rispettarsi.

Il documento post-sinodale è molto lungo e ricco: 9 capitoli, 325 paragrafi. Nell’introduzione Papa Francesco fa alcune affermazioni importanti: dice che la complessità delle questioni affrontate richiede di continuare ad approfondire con libertà; che l’idea di una legge generale applicabile in materia di matrimonio, in particolare di quelli infelici, è un sogno irrealizzabile e che non c’è alternativa al prendersi cura di ogni situazione specifica diversa. Il magistero proponga alcuni orientamenti e i singoli parroci e i singoli vescovi provvedano in loco secondo discernimento: “Ricordando che il tempo è superiore allo spazio -scrive – desidero ribadire che non tutte le discussioni dottrinali, morali o pastorali devono essere risolte con interventi del magistero.” Secondo questa affermazione, c’è la possibilità di riconoscersi non in uno spazio (stato di grazia/stato di peccato) ma in un percorso, che nel tempo può determinare un  cambiamento, realizzato nella comunità dei fedeli, con l’aiuto dei pastori e nella condivisione.

Il primo capitolo, “Alla luce della Parola”, svolge per paragrafi i versetti del Salmo 128: è un bellissimo capitolo biblico, tutto da meditare, a cominciare dal primo paragrafo che ci introduce nella storia di una esperienza. “La Bibbia è popolata da famiglie, da generazioni, da storie di amori e di crisi familiari, fin dalla prima pagina, dove entra in scena la famiglia di Adamo ed Eva, con il suo carico di violenza ma anche con la forza della vita che continua (cfr. Gen.4), fino all’ultima pagina dove appaiono le nozze della Sposa e dell’Agnello (cfr. Ap. 21,2.9).”

Nel capitolo secondo, “La realtà e le sfide delle famiglie”, il Papa raccoglie alcuni contributi dei padri sinodali sulle situazioni delle famiglie nelle diverse parti del mondo, mettendo in guardia dal rischio di presentare  del matrimonio solo alcuni aspetti idealizzati, lontani dalle situazioni concrete e dalle effettive possibilità delle famiglie, e tali da rendere, talvolta, addirittura difficile aderire al matrimonio. “Siamo chiamati a formare le coscienze – conclude il pontefice –, non a pretendere di sostituirle”(cfr. § 37).

Il capitolo terzo costituisce quasi una svolta: rivolge lo sguardo a Gesù che porta a compimento il progetto divino perché il Verbo si incarna in una famiglia umana. In tanti momenti della sua vita, poi, Gesù è venuto a contatto con famiglie, da quella di Lazzaro a quella di Pietro, nelle nozze di Cana e tutte le volte che ha incontrato il pianto dei genitori per i loro figli. Il Papa tratta poi dei documenti della Chiesa sulla famiglia, sulla vita, sull’educazione dei figli.

I capitoli quarto e quinto sono veramente belli e affrontano rispettivamente il tema dell’amore nel matrimonioe quello dell’amore che diventa fecondo in una vita di famiglia ai diversi gradi dell’età. È impossibile riassumere tutta la ricchezza delle considerazioni svolte a partire da una presentazione, applicata alla famiglia, dell’inno alla carità di san Paolo (1 Cor.13, 4-7).Il capitolo quarto è il più esteso di tutti, è il capitolo centrale della pastorale matrimoniale, nella consapevolezza che oggi uomini e donne per sposarsi tengono conto dell’amore, cioè del sentimento, della dipendenza, della sessualità, del fascino, in una parola delle emozioni con  tutte le loro complessità.

Nei capitoli sesto e settimo vengono affrontate alcune prospettive pastorali nella preparazione al matrimonio, nell’accompagnamento dei giovani nei primi anni della vita coniugale, nei momenti di crisi e di difficoltà o quando si affronta la morte; nell’educazione etica, religiosa, sessuale dei figli, affrontate con un linguaggio nuovo, un misto di finezza spirituale, di sapienza pastorale e di sapienza biblica.

Il capitolo ottavo è quello che è stato più commentato e che ha suscitato più interesse e più dibattito dentro e fuori la Chiesa. Già il titolo indica la prospettiva: “Accompagnare, discernere e integrare la fragilità”  sono i tre verbi chiave della Pastorale familiare, in particolare quella rivolta ad affrontare i casi difficili, un tempo detti “irregolari”. La riflessione su questi problemi è tuttora in atto e le conferenze episcopali sono chiamate a individuare delle linee di indirizzo sulla base delle quali i singoli Vescovi e i singoli preti assumeranno la responsabilità di accompagnare, discernere, integrare.

L’esortazione “Amoris laetitia” si conclude con un bel capitolo, il nono, sulla spiritualità della coppia e della famiglia unita nella preghiera alla luce della Pasqua, capace di cura, di consolazione, di stimolo. Così conclude il Papa: “…Nessuna famiglia è una realtà perfetta e confezionata una volta per sempre, ma richiede un graduale sviluppo della propria capacità di amare. C’è una chiamata costante che proviene dalla comunione piena della Trinità, dall’unione stupenda tra Cristo e la sua Chiesa, da quella bella comunità che è la famiglia di Nazareth e dalla fraternità senza macchia che esiste tra i santi del cielo. E tuttavia, contemplare la pienezza che non abbiamo ancora raggiunto ci permette anche di relativizzare il cammino storico che stiamo facendo come famiglie, per smettere di pretendere dalle relazioni interpersonali una perfezione, una purezza di intenzioni e una coerenza che potremo trovare solo nel Regno definitivo. Inoltre ci impedisce di giudicare con durezza coloro che vivono in condizioni di grande fragilità… Camminiamo, famiglie, continuiamo a camminare! Quello che ci viene promesso è sempre di più. Non perdiamo la speranza a causa dei nostri limiti, ma neppure rinunciamo a cercare la pienezza di amore e di comunione che ci è stata promessa”.


da laGuardia n.6/2017

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