Editoriale. Avvicendamenti tra uomini di fede (e di Guardia)!

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di Marco Granara

Da pochi giorni la notizia di un nuovo Arcivescovo per Genova. Non c’è sorpresa per il fatto in sé, l’avvicendamento era previsto dalle norme ecclesiastiche. Piuttosto c’è una sana curiosità per il nuovo pastore, che non conoscevamo. E c’è la convinzione che la continuità sull’essenziale è possibile pur nella legittima e utile diversità tra le persone. A noi deve interessare che colui che “con noi è cristiano e per noi Vescovo” – come dice di sé sant’Agostino – sia un uomo che ce la mette tutta a far presente Gesù, unico Pastore del suo popolo.

14 anni di Episcopato del “nostro” Arcivescovo Angelo Bagnasco non si possono né si debbono archiviare in poche righe. Il Card. Bagnasco si è presentato in questi giorni comunicando egli stesso la notizia del successore, con la serenità dell’uomo di Fede, realista e ancora aperto a molto altro che lo aspetta, soprattutto in quest’ora davvero “storica” per la Chiesa europea, per altri ministeri che il Signore gli preparerà essendo in buona salute e col tempo – dice lui – di pregare di più, di studiare e di arrivare a “nuove sintesi” che saranno preziose per lui e per altri.

Quanto al nuovo Arcivescovo, p. Marco Tasca, francescano doc, ecco le sue prime battute: “Stavo pensando a un possibile mio servizio missionario in America latina quando sono stato chiamato a tutt’altro… Sgomento? Certo una certa meraviglia, sì. E poi… Se lo vuole il Signore, lui stesso mi aiuterà nel nuovo compito”. Ecco nuovamente l’uomo di Fede. Sereno, gioviale, libero, rassicurante. Poi parla di sue priorità: di “ascolto di tutti, soprattutto dei giovani”, di “apertura e missione verso tutti”, di “relazione e fraternità” come stile. Parla con entusiasmo del “suo” San Francesco che diventerà ancora di più anche “nostro”, come modello affascinante di Gesù, primo e unico “Modello”. “Imparerò a fare il Vescovo, ma comunque rimango frate”. Ci basta per dirci che “va bene”? Personalmente, con il Vescovo Marco, sono al mio sesto Vescovo con il quale ho fatto un pezzo di strada! E mi sa che – anche questo sesto Vescovo – sarà un dono di Dio per la nostra Chiesa. Dai primi passi, dalle prime notizie, dalle prime battute… ripeto, un dono di Dio! Già atteso con impazienza.

Infine la Madonna della Guardia. Come dimenticare che il nostro Cardinale fu nominato Arcivescovo di Genova il 29 Agosto 2006, proprio nel giorno della “nostra” Festa? Come dimenticare il suo costante amore, da genovese e pastore, per la Guardia? E come non vedere il filo di continuità con tutto questo nel primo messaggio alla Chiesa genovese del Vescovo Marco? “Interceda per tutti noi e ci conduca al Figlio suo benedetto la Vergine Maria, che con voi imparo a venerare sotto il titolo di Madonna della Guardia”. Alè! Anche qui ci siamo, siamo all’anima popolare della fede umile e robusta dei liguri… La Madonna “madre umile e serva”, che – in un’epoca travagliatissima per la cristianità – ha convocato i contadini defilati di un paesello per “ricostruire sull’essenziale” con pietre vive una Chiesa che stava andando in rovina (come qualche secolo prima san Francesco), oggi come allora lo vorrebbe fare con noi. E se tutto questo ce lo dicesse nuovamente con un Vescovo/Frate figlio di San Francesco? Come non starci, con convinzione ed entusiasmo?


Editoriale del #5/2020

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