C’è un primaditutto per la Chiesa di oggi?

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di Marco Granara

Chi non si è mai trovato con molte, troppe cose da fare, tutte interessanti, utili e forse urgenti e doverose e poi – proprio per il “troppo da fare”- si è ritrovato a combinare niente, a perdere tempo e a crogiolarsi sulle priorità senza concludere, rimanendo al punto di partenza? Succede, sì.

Succede a ciascuno, a famiglie, a gruppi, a comunità civili e religiose… Il “troppo stroppia”, si dice. Successe anche a Gesù di essere “mangiato dalla gente”, da un popolo “stanco e sfinito come pecore senza pastore”. Gli capitò di non avere manco più tempo per mangiare, di rischiare di sembrare “fuori di sé”. Ma Lui non corse mai il rischio di battere l’aria tergiversando, di essere travolto, annullato e alienato dalla complessità. Non corse neppure il rischio di snobbare i problemi delle singole persone concrete, per inseguire i “principi ideali e teorici”. Ma come ha fatto?

Tre atteggiamenti costanti troviamo in lui. Eccoli.

  1. Condivise in tutto la condizione umana eccetto il peccato”: Incarnazione.
  2. Provò Com-passione e non schifo o rassegnazione per “le pecore stanche e sfinite, senza pastore
  3. Stabilì e tenne duro su una Priorità: “Prima di tutto cercate il Regno di Dio e la Sua Giustizia. Il resto poi verrà di seguito”.

Ecco il PRIMADITUTTO che non può essere surclassato da altre urgenze: dire e dare a uomini liberi – e spesso inguaiati – notizia ed esperienza di quanto essi valgono per il loro Dio e Padre, nonostante tutto e tutti. In Parole più povere: la Chiesa, dopo Gesù, ha PREVALENTEMENTE il compito – urgente ed indispensabile – di aiutare TUTTI aCREDERE” in questo, per questo a “SPERARE” e ad “AMARE” la vita come il Padre l’ha pensata e la pensa da sempre. Pronti a tutto – anche a lasciarci la pelle – per rendere POSSIBILE PER TUTTI, già da ora e da qui, il progetto ideale di una VITA IN PIENEZZA.

La Chiesa deve FARE FIGLI COSÌ, così motivati e convinti e così allevati fino a maturità. COSÌ ha fatto Gesù col “gruppetto” dei 12. Sì, 12 teste di rapa. Per tre anni, con una pazienza e una fedeltà incredibile. Così le 12 teste di rapa diventarono il primo “mucchietto di lievito” che pian piano, insieme a tanti altri, fermentarono la grande e insipida pasta del mondo.

Per CINQUE SECOLI almeno – fino ai tempi di Benedetto da Norcia e di Ambrogio da Milano – la Chiesa, alla scuola del suo Gesù, fece altrettanto: itinerari chiamati “Catecumenato” per generare figli alla Fede di Gesù fino a una prima maturità. Poi il Battesimo di morte e resurrezione – morte all’uomo solo terra-terra e resurrezione a un mondo da Figli di Dio – e la possibilità di proseguire il tirocinio su quella linea per sempre.

Alla Guardia – nell’attesa che questa PRIORITÀ torni ad essere di ogni comunità cristiana – cercheremo di fare questo. PRIMADITUTTO! Con chi ci vorrà stare. Questo ha voluto fare la Madonna della Guardia, con un primo  gruppetto di pochi (forse 12 anche lei?) contadini

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